Per le esigenze di cassa e di investimento delle imprese, non sempre il credito bancario è la soluzione. Ci sono casi in cui fattori quali il tempo e la flessibilità sono la chiave. E dunque l’eccessiva burocrazia e i tempi lunghi della finanza tradizionale non funzionano. Parliamo di esigenze diverse: finanziare la crescita in un mercato nascente; superare lo shortage di componenti elettronici ottenendo rapidamente e in maniera flessibile la liquidità necessaria ad accaparrarsi le poche scorte disponibili; far fronte ai rincari delle materie prime grazie a liquidità aggiuntiva che non appesantisca il debito. Le pmi, le più penalizzate nell’erogazione dei crediti bancari nel post Covid, guardano sempre più all’offerta del fintech, nelle sue varie forme.
È andata così anche per Elastomers Union, impresa bolognese che opera nel settore dei fluoroelastomeri, che vengono usati per le guarnizioni nell’industria aerospaziale o meccanica, o nei cinturini per orologi sportivi di alta gamma, e che ha fatturato 14 milioni nel 2021 e 24 milioni nel 2022. L’azienda bolognese, grazie alla finanza alternativa, non solo ha superato un momento di impasse, ma è riuscita a crescere guadagnando un vantaggio competitivo.
“Lavoriamo su volumi piccoli con grossi margini – spiega in una nota il CFO Francesco Ciaccia – Il nostro è un prodotto a elevato contenuto di tecnologia e molto costoso, per cui richiede linee estremamente efficienti. Un punto di forza della produzione è la rapidità: sia nella produzione sia nella consegna”.
L’incontro con l’invoice trading è avvenuto per far fronte ai rincari delle materie prime. Il sistema ha funzionato immediatamente: “grazie ai clienti, che sono pagatori regolari – precisa Ciaccia – è stata impressionante la rapidità con cui il servizio è andato a regime. Con banche e società di factoring il processo è sempre stato molto più lungo e farraginoso. Anche a ridosso del Natale, siamo riusciti ad avere circa il 90% degli importi sul conto in una settimana, a un costo ragionevole”.
L’invoice trading ha consentito di rendere più fluidi sia il processo di acquisto della materia prima dalle società che “le importano e le devono sdoganare, pagando anticipatamente, sia la riscossione anticipata delle fatture dei clienti che scadono a 90 giorni. Avere la cassa immediatamente è stato cruciale per gestire l’operatività in un momento di crisi economica”.
Se il Covid e i lunghi mesi di lockdown con la necessità di operare in digitale hanno acceso la miccia della curiosità delle pmi verso le fintech, oggi il rapporto sembra consolidato e gli operatori digitali stanno sviluppando nuovi servizi e modalità utili a rispondere alle esigenze delle aziende. In particolare prendono forza le soluzioni alternative per finanziare il circolante, la cui versione digitale è l’invoice trading. Come rileva L’Osservatorio Supply Chain Finance del Politecnico di Milano questo segmento vale 0,4 miliardi di euro nel mercato potenziale del credito di filiera italiano (che complessivamente vale nel 2022 tra 525 e i 585 miliardi): è ancora una nicchia (0,4 miliardi di euro), ma è quasi raddoppiato anno su anno (+90%).
I vantaggi per le imprese sono diversi, a partire dal fatto che si tratta di strumenti che non hanno impatto sulla posizione debitoria, alla possibilità di scaricare il rischio sul cessionario che acquista i crediti, alla velocità con cui il cedente ottiene liquidità, di prassi in 24-72 ore dal perfezionamento della cessione e molto in anticipo rispetto alla data di scadenza della fattura, monetizzando immediatamente fino al 95% del valore nominale. Le piattaforme offrono inoltre estrema flessibilità: le imprese decidono quando ricorrere alla cessione (anche su base “spot”) e quante e quali fatture cedere.
L’invoice trading (qui un approfondimento sul tema) permette alle aziende cedenti di migliorare i flussi di cassa e regolarizzare il pagamento di dipendenti e fornitori e, in alcuni casi, di migliorare la posizione finanziaria netta e facilitare il rispetto di eventuali “covenant” bancari.
Se da un lato l’invoice trading è sicuramente di supporto ad aziende il cui fatturato è in calo per fattori esogeni al business e che quindi hanno difficoltà a ottenere prestiti bancari, è anche uno strumento che fa gioco anche alle imprese in accelerazione che hanno bisogno di ripartire con slancio, per esempio dopo un periodo di crisi, e che non trovano nel sistema creditizio tradizionale una risposta tempestiva. In questo caso la cassa ottenuta con l’invoice trading accompagna la crescita. Ed è una opportunità che gli imprenditori, come abbiamo visto, iniziano ad apprezzare.