I sindacati competenti per il settore gomma-plastica, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, hanno proclamato 16 ore di sciopero, di cui 8 a livello nazionale e 8 a livello territoriale, e una manifestazione il 15 gennaio sotto la sede della Federazione Gomma Plastica per protestare, dicono in una nota congiunta, contro «L’interpretazione della Federazione Gomma Plastica dell’articolo 70 del contratto nazionale, che è una vera e propria espropriazione del differenziale, non un accordo, e non è accettabile».
Tutto nasce dalla decisione della Federazione Gomma Plastica, osservano i sindacati, di voler riconoscere soltanto una parte della seconda tranche di aumenti salariali prevista dal contratto, firmato a fine 2015 ed entrato in vigore a inizio 2017.
La Federazione Gomma Plastica ribatte con una nota diffusa oggi.
«Nessuna “espropriazione” – si legge nel documento – ma solo l’applicazione del contratto liberamente sottoscritto dalle organizzazioni sindacali il 10 dicembre 2015. L’art. 70 del CCNL 10 dicembre 2015 prevede infatti un meccanismo di verifica annuale dei minimi salariali e di aggiornamento degli stessi, alla luce degli eventuali scostamenti degli indici inflattivi. Dal momento che il tasso di inflazione reale rilevato dall’Istat per il 2016 è stato inferiore di un punto percentuale rispetto a quanto stimato nel mese di gennaio, saranno recuperati in soluzione unica 19,06 euro».
Sull’argomento è intervenuto anche Angelo Bonsignori, Direttore Generale di Federazione Gomma Plastica, il quale ha sottolineato che «“Pacta sunt servanda”, i patti vanno rispettati. Nessuna espropriazione come sostengono i sindacati, dunque, ma solo il rispetto di quanto concordato e siglato dalle parti a dicembre 2015».
Il CCNL Gomma Plastica è applicato da circa 5.500 aziende operanti nel settore – per la maggior parte piccole e medie imprese – e riguarda circa 140.000 lavoratori su scala nazionale.
Inutile dire che i sindacati invece considerano arbitraria l’interpretazione del contratto da parte della Federazione e promettono battaglia, parlando di «una rottura gravissima nel quadro delle relazioni industriali, che pregiudica seriamente il futuro anche in vista dei prossimi rinnovi contrattuali».
La federazione sullo sciopero di gennaio
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