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Per la prima volta, un tribunale italiano ha stabilito un legame diretto tra un decesso e l’esposizione alle PFAS, ormai noti composti chimici perfluorurati impiegati in diversi processi industriali. La vittima è Pasqualino Zenere, ex operaio dello stabilimento Miteni di Trissino (Vicenza), dove ha lavorato dal 1979, quando l’azienda si chiamava ancora Rimar ed era controllata dal Gruppo Marzotto, fino al 1992.

Zenere è morto nel 2014 a causa di un tumore alla pelvi renale. A metà maggio, il Tribunale di Vicenza ha emesso una sentenza definita storica: per la prima volta, un giudice ha riconosciuto che la malattia che ha portato al decesso è stata provocata dall’esposizione professionale a due specifici prodotti chimici della famiglia delle PFAS, il PFOA (acido perfluoroottanoico) e il PFOS (perfluoroottansolfonato), due PFAS a basso peso molecolare, da tempo bandite dall’Unione Europea per la loro pericolosità ambientale e per la salute umana.

La famiglia della PFAS include più di 10000 diverse sostanze chimiche, tutte ritenute persistenti (forever chemicals), ma non tutte ritenute pericolose allo stesso modo. Infatti a livello europeo ed internazionale si stanno definendo percorsi separati per le PFAS a più basso peso molecolare e quelle polimeriche (es. fluoroelastomeri)

Secondo la decisione del giudice, Zenere sarebbe entrato ripetutamente in contatto con le sostanze sopra citate — attraverso inalazione, ingestione e contatto cutaneo — durante le sue attività lavorative. “È la prima volta che una sentenza riconosce ufficialmente il nesso tra un caso concreto di morte e l’esposizione alle PFAS in ambito lavorativo”, ha dichiarato l’avvocato Adriano Caretta, legale della famiglia Zenere e rappresentante dell’Inca Cgil di Vicenza.

La sentenza non attribuisce responsabilità penali, ma riconosce il legame causale tra le mansioni svolte dall’operaio e la patologia sviluppata. Un riconoscimento importante per i familiari e per le battaglie legali in corso.

Il pronunciamento del tribunale giunge in un momento delicato: è infatti in fase conclusiva il processo davanti alla Corte d’Assise di Vicenza contro 15 ex dirigenti della Miteni, accusati di aver causato la massiccia contaminazione da PFAS che ha interessato circa 350mila abitanti nelle province di Vicenza, Padova e Verona.

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