L’Associazione Europea dei produttori di guarnizioni (ESA – European Sealing Association) ha preso atto di alcuni risultati potenzialmente molto importanti emersi nelle ultime riunioni degli organismi scientifici dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA – European Chemical Agency) in merito alle restrizioni proposte sugli PFAS.
Come noto, a settembre, i comitati dell’ECHA per la valutazione dei rischi (RAC = Risk Assessment Committee) e l’analisi socioeconomica (SEAC = Socio-Economic Analysis Committee) hanno analizzato i settori: petrolio e miniere; tessuti, tappezzeria, cuoio, abbigliamento e tappeti; materiali e imballaggi destinati al contatto con alimenti.
Durante detta riunione, il RAC ha concordato di rivedere il modo di calcolo delle emissioni di PFAS nei diversi settori e di porre particolare attenzione alla fase dei rifiuti, ad esempio le emissioni derivanti dallo smaltimento e dall’incenerimento.
L’Associazione Europea dei produttori di guarnizioni prende nota della rivisitazione dell’approccio che “sottolinea la necessità di distinguere tra le emissioni di particelle PFAS e quelle che vengano rilasciate dai materiali”. Sandy Van den Broeck, direttore ESG dell’associazione, ha commentato: “Questa distinzione è importante perché le preoccupazioni relative al rilascio di particelle di fluoropolimero sono ben diverse da quelle associate ai PFAS non polimerici”.
L’ESA sta continuando a monitorare gli sviluppi presso i comitati RAC e SEAC, che hanno programmato nei prossimi mesi analizzare ulteriori settori, tra cui i prodotti da costruzione, i trasporti e l’energia.