Alla fine di marzo l’evolversi dei prezzi delle materie prime, in rapporto ai costo dei noli marittimi, sembrava aver trovato un equilibrio, che lasciava prevedere una diminuzione dei noli e una conseguente riduzione dei prezzi delle materie prime.
La crisi del Mar Rosso aveva causato, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, un aumento deciso dei prezzi delle materie prime, che incideva pesantemente sui prodotti di basso prezzo, ad esempio la silice. Nel corso del primo trimestre non si è verificato un progressivo aumento dei noli e l’allungamento dei tempi previsti per l’arrivo di una nave dal Far East (Cina e Corea principalmente) ha raggiunto uno standard di 45/60 giorni.
Tuttavia, dopo la festività cinese dell’inizio di maggio, improvvisamente e inaspettatamente il costo dei noli marittimi dalla Cina è aumentato di circa il 50%. In questi ultimi giorni lo stesso sta accadendo anche per spedizioni dalla Corea, con indicazioni che l’aumento potrebbe arrivare a breve a +100% rispetto al costo di fine aprile.
Si sta quindi verificando una situazione già prospettata da qualcuno all’inizio della crisi del Mar Rosso, ossia un’insufficienza di navi e container, necessari per garantire tempistica e sicurezza di approvvigionamento delle materie prime dal Far East, con l’ulteriore logica conseguenza di un forte aumento dei prezzi dei prodotti.
Considerando il tempo oggi necessario perché una nave dal Far East all’Europa e ritorno sia di nuovo disponibile per l’imbarco di container in un porto cinese o coreano, mediamente dai quattro ai cinque mesi, si comprende la causa di quanto si sta verificando e l’attuale preoccupazione dei clienti europei per un ulteriore inasprimento della situazione.
In effetti si stanno ormai riscontrando indicazioni negative in merito: i tempi di navigazione si stanno allungando e i ritardi nell’arrivo al porto europeo sono ormai all’ordine del giorno, con l’aggravante che sempre più spesso si riceve la merce in container vecchi e arrugginiti, danneggiati all’imbarco o durante la navigazione.
Attualmente si sta anche verificando la curiosa situazione che spesso la compagnia del trasporto marittimo emette reclami nei confronti del destinatario per il trasporto di alcune materie prime, ad esempio acciaio o comunque materiali pesanti, che a loro dire hanno danneggiano il container durante il trasporto, quando invece il container era molto probabilmente già in condizioni disastrate all’imbarco.
La riflessione su quanto esposto non porta a previsioni ottimistiche per il prosieguo dell’anno ed è quindi opportuno che gli utilizzatori di materie prime dal Far East aggiornino con cura la situazione di magazzino e provvedano ad approvvigionarsi per tempo, anche se questo non servirà ad evitare gli aumenti dei prodotti ma permetterà comunque di assicurare una costanza di produzione.
G.B.