Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) ed Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) attraverso la voce di Riccardo Cavanna, Presidente di Ucima, hanno partecipato all’Audizione “Indagine conoscitiva sul Made in Italy: valorizzazione e sviluppo dell’impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi” alla X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo presso la Camera dei Deputati.
Si tratta della prima volta che le tre Associazioni, che rappresentano tre settori leader al mondo con una quota media di export pari al 75,8% e un saldo commerciale all’attivo 9,9 miliardi di euro, hanno la possibilità di presentare direttamente al Governo le criticità che stanno vivendo i tre settori rappresentati e le possibili soluzioni nel medio-lungo termine.
Focus, dunque, su Industria 4.0, che dopo il boost degli ultimi anni, necessiterebbe di un programma di medio-lungo periodo per continuare a supportare la transizione digitale delle aziende clienti, anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Gli attuali rinnovi su base annuale dei finanziamenti in materia non consentono infatti una programmazione degli investimenti pluriennali necessari per sostenere lo sviluppo in questa direzione.
Un altro tema toccato è quello dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo di competenze, poiché è necessario sostenere i piani di investimento delle imprese. Un cambiamento che preveda innovazione e transizione digitale come parte integrante del progresso. Per questo le aziende necessitano di un supporto finanziario, migliorando l’accesso al credito, ma anche di investimenti in programmi di formazione dedicati a formare figure specializzate.
In Italia il numero di diplomati negli istituti tecnici e negli ITS, così come quello dei laureati in materie scientifiche (in primis, ingegneri) è totalmente insufficiente a soddisfare le richieste provenienti dal mondo delle imprese. Per colmare il gap fra domanda ed offerta occorreranno anni in cui l’obiettivo dev’essere intraprendere politiche attive (sfruttando anche i fondi del PNRR) volte a potenziare le strutture oggi esistenti e ad avvicinare i giovani agli istituti tecnici.
Questa Audizione rappresenta un’occasione importante poiché i tre settori rappresentati dalle Associazioni contano 1.170 aziende che occupano 57.500 addetti e generano un fatturato di 14,2 miliardi di euro, pari al 38,8% del settore dei beni strumentali italiani (uno dei comparti italiani maggiormente riconosciuto nel mondo per la qualità e l’innovazione tecnologica che è in grado di esprimere).