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Etrma, l’associazione dei produttori europei di pneumatici e articoli in gomma, ed EuRiC, la confederazione delle industrie europee del riciclaggio dei rifiuti, hanno diffuso una nota congiunta per sottolineare che stanno collaborando con la Commissione Europea nello sviluppo di criteri armonizzati a livello comunitario per definire lo status di “End of Waste” della gomma recuperata da pneumatici a fine uso (PFU). Molti regolamenti, infatti, come la dichiarazione di performance per i prodotti da costruzione o come le norme Reach sulle sostanze chimiche, si applicano soltanto su materiali che non sono più considerati come rifiuti. E siccome la definizione di rifiuto cambia da paese a paese in ambito comunitario, diventa necessario trovare un’armonia tra le varie disposizioni a livello nazional per assicurare equi scambi commerciali e condizioni uguali per tutti all’interno dei confini dell’Unione Europea. Questo anche al fine di accrescere le possibilità di utilizzo per la gomma derivata da PFU nella manifattura di prodotti di qualità destinati al consumo finale.

Ogni anno in Europa circa 3 milioni di tonnellate di pneumatici raggiungono lo stadio di “fine vita” e, di questi, 1,6 milioni di tonnellate sono riciclati in gomma, acciaio e fibre tessili, utilizzati in molte destinazioni, con un contributo importante nel ridurre la dipendenza degli stati membri dalle risorse naturali. Del resto, per ogni pneumatico recuperato in Europa, un altro viene indirizzato ai co-inceneritori dell’industria del cemento, anche perché nel continente non si creano condizioni più favorevoli all’impiego dei PFU come materia prima seconda. Nel momento in cui però l’Europa ha lanciato il suo nuovo Green Deal, gli impieghi in combustione dovranno necessariamente ridursi e si pone quindi il problema di creare condizioni più uniformi e certe per il riciclaggio dei pneumatici usati.

In particolare, Etrma e EuRiC sostengono, come anche indicato in un report (che potete leggere a questo link) che la gomma (in granulato o in polvere) proveniente dai PFU soddisfa le condizioni indicate dalla normativa europea di riferimento sui rifiuti, e in particolare l’articolo 6, e ha quindi tutti i crismi per poter essere utilizzata come materia prima seconda, in un’ottica di economia circolare.

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