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Dallo scorso 20 aprile Desma, il produttore di macchine per lo stampaggio a iniezione, ha ripreso la produzione nei suoi impianti in USA, Slovacchia e Germania, ha avviato la riapertura in Cina ed è in procinto di farlo in India. Il costruttore di Fridingen ha sottolineato come anche durant il lockdown l’attività sia proseguita con lo sviluppo di nuovi progetti da realizzare con buone prospettive, almeno nel medio termine e la chiusura di nuovi ordini, anche con il lavoro agile.La società ha assicurato che adempirà, senza nessuna eccezione, tutti gli impegni presi e garantisce tempi di consegna “interessanti” pur nella difficile situazione attuale.

Nondimeno l’azienda ha annunciato che dovrà tagliare 48 posizioni nel suo sito di Fridingen che finora ha dato lavoro a 281 persone. Di questi tagli, 16 sono dovuti a normali fluttuazioni del mercato ed erano in qualche misura già previsti, mentre 32 sono collegati alla situazione attuale e sono stati definiti, indica l’azienda in un suo comunicato, in «un modo socialmente accettabile».
La misura rientra in un programma che Desma ha definito “Resilience”, inteso a riorganizzare l’azienda e a integrare altri provvedimenti già presi a partire dallo scorso settembre, che prevedono l’adozione di un orario di lavoro breve, la riduzione dei compensi di tutti i manager e la revisione dei costi.

Desma sta anche investendo in un progetto con SAP per standardizzare i processi nei suoi cinque siti produttivi.
Con la riduzione del personale annunciata il gruppo Desma passa a un organico complessivo di 517 persone, di cui 233 nella sede centrale di Fridingen.

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