ETRMA, l’associazione europea che riunisce i produttori di pneumatici e di articoli in gomma, ha lanciato a fine marzo un appello alle istituzioni europee e ai governi nazionali affinché sostengano un’industria di primaria importanza e la aiutino a superare la lunga crisi che sicuramente dovrà attraversare in seguito all’epidemia di Covid-19.
«Nelle scorse settimane», segnala ETRMA, «molte aziende associate hanno annunciato la chiusura temporanea dei loro siti di produzione in Europa. L’impatto, però, va ben oltre: sono coinvolte anche le strutture di ricerca e altre aree operative come le reti commerciali e di vendita al pubblico, che rappresentano la chiave per il futuro di quest’industria. Per questo, e a causa delle conseguenze umane ed economiche di questa crisi, ETRMA sollecita un dialogo costruttivo sulle misure da adottare per fronteggiare la situazione e per definire schemi di supporto alle imprese, sia a livello europeo che nazionale».
La chiusura temporanea segue le raccomandazioni delle autorità nazionali e internazionali ed è stata adottata per proteggere gli addetti, interrompendo la catena del contagio e contribuendo al contenimento della diffusione della pandemia. Il Segretario Generale di ETRMA, Fazilet Cinaralp, ha sottolineato che «la sospensione delle attività operativa avrà senza alcun dubbio riverberazioni severe e di lungo termine sulla nostra industria. Quella che viviamo è una delle più grandi sfide che il settore abbia mai affrontato e non è ancora chiaro se l’industria europea dello pneumatico sarà in grado di riprendere l’attività e se la supply chain internazionale potrà riattivarsi».
A motivo di questa crisi senza precedenti, quindi, ETRMA richiede azioni risolute e rapide sia dall’Europa che dai governi nazionali per attivare politiche in grado di rimediare all’impatto sui produttori europei. Le misure in particolare, una volta garantita la salute e il benessere della forza lavora, dovranno essere indirizzate a una progressiva ed efficace ripresa della produzione.
«Gli pneumatici», ha concluso Cinaralp, «non soltanto sono cruciali per il movimento di persone e beni, ma anche per l’economia europea. Il settore dà lavoro a 370 mila persone in Europa. Ora diventa fondamentale capire come sostenere i nostri addetti e come servire il settore automotive e i clienti, e anche come stimolare il recupero del settore per evitare una perdita permanente di capacità produttiva e di competenze nella ricerca e innovazione, con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder europei».