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L’undicesimo rapporto annuale sull’evoluzione economica e finanziaria delle imprese distrettuali, condotto ogni anno dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha confermato un risultato che si ripete da anni. Quello del Sebino, dedicato alla trasformazione della gomma, è il distretto industriale più performante d’Italia.

Lo studio è stato presentato ieri a Milano e assegna alla Rubber Valley un indice di performance e di crescita della redditività di 85/100, ben al di sopra del secondo classificato, il distretto della pelletteria e delle calzature di Firenze (77,9/100) e del terzo, il distretto dei dolci di Alba e Cuneo (76,5/100). «Il rapporto», ha spiegato il Chief Economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice, «analizza i bilanci aziendali degli anni 2008/2017 di quasi 20 mila imprese appartenenti a 156 distretti industriali e di oltre 62 mile imprese non distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. L’analisi si sofferma, inoltre, sui cambiamenti strutturali che stanno interessando il tessuto produttivo distrettuale».

Nel 2017 i distretti hanno proseguito una decisa crescita di fatturato (+4,3%) superiore alle aziende non distrettuali che, nell’arco di un decennio, sono cresciute del 5% in meno. Anche nel 2018 il fatturato è lievitato, ma di meno (+3,4%) a causa della brusca frenata del ciclo economico nel secondo semestre. Anche la produttività è più elevata nelle aree distrettuali rispetto alle aziende esterne, di ben il 10% in più.

In generale i distretti più performanti sono concentrati nel Nord-Est e nel Nord-Ovest, che insieme ospitano 16 dei primi 20, mentre i settori più rappresentanti sono quello della metalmeccanica (12 distretti) e dell’agroalimentare.

I distretti, secondo il rapporto, hanno anche il vantaggio di costituire un solido punto di riferimento per le imprese piccole, soprattutto nel fatto di agevolare l’innovazione e l’internazionalizzazione per effetto di una migliore circolazione del sapere e delle competenze, oltre che per uno spirito di emulazione. La vicinanza, per esempio, favorisce l’adozione di tecnologie 4.0 e attiva una forma di competizione che si traduce in crescita per le imprese. Il vantaggio della concentrazione in un territorio è rappresentato anche dal fatto di facilitare lo sviluppo di filiere integrate e si sta allargando a settori meno tradizionali, come quello della cosmetica in Lombardia o della componentistica auto nel Torinese e nel Bresciano.

(in apertura foto Stela srl)

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