Il RISE, Istituto di ricerca svedese omologo del nostro CNR, in collaborazione con le società private Enviro e Ragn-Sells, ha comunicato i primi risultato di un progetto di ricerca, iniziato nell’ottobre 2017, che intende sviluppare una tecnologia per ricavare carburante dai pneumatici a fine vita. Il procedimento testato, comunica l’istituto, si è rivelato in grado di produrre olio di pirolisi utilizzabile come combustibile per autotrazione. «Siamo arrivati alla dimostrazione che dai pneumatici può essere ricavato carburante e che l’olio di pirolisi è è un’alternativa percorribile per le industrie petrolchimiche per ridurre il consumo di combustibili fossili», ha spiegato Linda Sandström, responsabile del progetto al RISE.
L’indagine ha valutato tre possibili approcci differenti per elevare la qualità dell’olio di pirolisi a quella richiesta per prodotto di grado più elevato. In particolare, sono stati condotti esperimenti pilota in cui carburanti da combustibili fossili sono stati additivati con olio di pirolisi da pneumatici usati, fino a una percentuale del 20% senza alcuno scadimento di prestazione.
Il prossimo passo del progetto è definire le basi per l’industrializzazione e commercializzazione del metodo. A tale scopo le organizzazioni impegnate sono alla ricerca di una raffineria disposta ad accettare l’olio di pirolisi come materia prima per la formulazione dei suoi prodotti. Il processo si è dimostrato in grado di estrarre 500 kg di olio da 1 tonnellata di pneumatici a fine vita, utilizzando una tecnologia proprietaria della Enviro. Un impianto in grado di processare 30.000 tonnellate di pneumatici l’anno può quindi arrivare a produrre fino a 14.000 tonnellate di questo combustibile alternativo ed ecologico.