Agli inizi di aprile il Board of Directors di ETRMA, l’associazione europea dei produttori di articoli in gomma e pneumatici, si è riunita per discutere delle priorità a medio e lungo termine della propria attività. In particolare si è parlato di ambiente e dell’agenda ambientale posta dall’Unione Europea su prodotti in gomma come pneumatici e articoli tecnici.
Tra i punti cardine dell’attività associativa figura il contributo alla riduzione delle emissioni inquinanti dei trasporti. In questo ambito il Board ha confermato il sostegno agli sforzi della UE per ridurre l’impatto dei veicoli pesanti e conferma l’impegno dei produttori di pneumatici europei per ridurre ogni anno il coefficiente di resistenza al rotolamento dell’1%, che porterà, nel 2030, a una riduzione ulteriore delle emissioni di CO2 di 8,7 milioni di tonnellate, cioè l’equivalente di scarichi prodotti da 81.000 autoarticolati da 40 tonnellate in Europa.
Un altro ambito considerato prioritario è lo studio dei meccanismi e dei possibili effetti prodotti dal particolato generato dai pneumatici e dall’usura del manto stradale. In particolare è stato accolto con favore il lancio di uno studio per approfondire la conoscenza sugli effetti di questo particolato nell’ambiente. «Al riguardo – ha detto Christian Kötz, presidente di ETRMA – circolano cifre molto diverse tra loro e per questa ragione abbiamo deciso di condurre un progetto di ricerca basato su un nuovo approccio che tema in considerazione anche i dati già raccolti sulla dimensione e la densità di questo particolato per valutare la in che modo possa essere trasferite nell’ambiente acquatico». Lo studio, affidato a un comitato scientifico indipendente, dovrebbe essere completato entro la fine del 2017.
«La riunione del Board – ha commentato Fazilet Cinaralp, Segretario generale di ETRMA – conferma l’impegno dell’industria dei pneumatici e della gomma verso la sostenibilità, non soltanto con l’attenzione a temi ambientali, ma anche attraverso altri importanti aspetti, come il futuro del trasporto su strada, la revisione del REACH, le norme sulle materie prime non tossiche e sulla qualità dell’acqua potabile, solo per menzionarne alcuni».