Periodicamente durante il 2016 vi abbiamo informato dei tentativi dei maggiori produttori mondiali di gomma naturale di tenere sotto controllo una produzione eccessiva per modulare l’offerta e concorrere a una crescita del prezzo, sceso a livelli minimi dal 2009 in avanti. Quello che non sono riuscite ad ottenere le politiche calmieranti hanno potuto, però, le bizze del clima, come evidenzia anche un interessante articolo pubblicato lo scorso 21 gennaio da Il Sole 24 Ore (leggi qui).
I future sulla gomma naturale alla borsa di Tokyo, in particolare quelli di giugno, sono stati scambiati a 308,6 yen (2,50 euro) al chilogrammo, con un aumento del 9% rispetto all’inizio del 2017 e praticamente un raddoppio del valore rispetto a un anno fa. Il motivo è la disastrosa alluvione che ha colpito la Thailandia meridionale, proprio nella stagione che dovrebbe essere secca, quella in cui si effettua il raccolto del lattico. Questo ha determinato un crollo della produzione, che le autorità thailandesi quantificano in -7,6% quest’anno rispetto al 2016. Secondo gli analisti questa corsa al rialzo dovrebbe però fermarsi presto, perché altri produttori, come Malaysia e India, hanno il potenziale per far crescere velocemente la propria offerta, stimolata anche dallo stesso aumento dei prezzi.