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Può un pneumatico fuori uso divenire un elemento di arte, architettura e design? È quanto sta accadendo in Italia grazie all’attività di riciclo dei pneumatici giunti a fine vita che possono essere trasformati in gomma riciclata, un materiale elastico, versatile e resistente. Le sue qualità saranno apprezzabili a Ecomondo 2016, la fiera dell’economia circolare in programma a Rimini dall’8 all’11 novembre. Basterà visitare lo stand di Ecopneus, la società consortile  tra i principali responsabili della gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) in Italia, che ha già testato le potenzialità di questo materiale (padiglione B1 – stand 104).
Per la prima volta, a Ecomondo, la gomma riciclata da PFU si presenta nel suo utilizzo creativo con nuove modalità e usi di cromie, realizzate dal collettivo di architettura Parasite 2.0. che, con questo materiale, ha già realizzato l’installazione vincitrice del premio YAP 2016 – Young Architects Program – organizzato dal Museo Maxxi di Roma in collaborazione con il MoMA/MoMA PS1 di NY, Constructo di Santiago del Cile, Istanbul Modern e MMCA National Museum of Modern and Contemporary Art di Seul.

Partendo da questa esperienza, Ecopneus presenta a Ecomondo un progetto similare con superfici in gomma da PFU, progettato dagli architetti di Parasite 2.0 e curato dall’azienda Waterproofing, specializzata proprio nella lavorazione di questo materiale. Nello stand Ecopneus, l’installazione, che ha permesso il recupero di 111 Pneumatici Fuori Uso, mantiene invariate le geometrie e i colori del progetto esistente, integrandolo con una parete verticale di gomma da PFU che riveste l’interno dello stand, aumentando il contrasto tra esterno e interno, mentre comode sedute accolgono gli ospiti di Ecopneus.

«La gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso è diventata una materia espressiva anche per il mondo dell’architettura e del design, assolutamente complementare a quello industriale – ha dichiarato Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus –.Per sprigionare tutto il suo potenziale di positività e propositività, la “rivoluzione verde” ha bisogno di nuove forme di narrazione e di divulgazione E’ per questo che stiamo sperimentando nuovi modi di comunicare la sostenibilità ambientale e i risvolti sociali ed economici della circular economy».

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