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Resta all’interno del gruppo Eni, almeno per il momento, Versalis, che sembrava dovesse essere acquisita dal fondo americano SK Capital, come avevano riportato tutti i principali quotidiani italiani tra gennaio e febbraio e come avevamo fatto anche noi sul nostro sito, qui e qui. È notizia di questa settimana, infatti, che la trattativa è stata interrotta, come spiega Eni in una sua nota, «avendo constatato l’impossibilità di trovare un accordo su alcuni punti negoziali tra cui, in particolare, la futura governance della società».

Tra i punti inderogabili posti da Eni in caso di cessione della maggioranza delle quote figura l’impegno a mantenere attivi gli attuali stabilimenti per almeno i prossimi 5 anni e a non ridurre l’attuale personale per almeno tre anni, oltre al fatto che Versalis deve restare un’azienda italiana e che gli investimenti in tutte le attività, compresa la chimica verde, devono raggiungere almeno 1,2 miliardi. Vincoli che evidentemente SK Capital ha ritenuto non sostenibili in caso di un suo subentro.

Commentando la notizia, il cfo di Eni, Massimo Mondazzi, ha assicurato che il programma di cessioni resta comunque invariato: «Avevamo un piano di cessioni da 7 miliardi che, per il momento, non cambia. Non c’è bisogno di fare e di pensare altre dismissioni, ma se avranno senso le faremo». Non è comunque ancora chiaro se, a questo punto, Eni rilancerà con gli investimenti su Versalis o se andrà alla ricerca di un nuovo compratore.

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