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Si è tenuta oggi a Milano, nella sede della Camera di Commercio in via Meravigli 9/b, l’assemblea annuale della Federazione Gomma Plastica. In particolare, per quanto riguarda il settore della gomma, è stato evidenziato come sia cresciuto complessivamente del 6% nel 2015 rispetto all’anno precedente, con una spinta maggiore proveniente dal settore pneumatici (+11%) e più contenuta per quanto riguarda gli articoli tecnici (+2%).

Filippo Bettini, presidente della federazione, ha tenuto la relazione introduttiva della parte pubblica dell’assemblea, in cui ha tracciato un quadro congiunto dei due settori rappresentati dalla federazione, quello della gomma appunto e quello della plastica.

Il tema centrale sviluppato da Bettini è stato quello dell’aumento della produttività, incentrato su premialità, formazione e politiche attive del lavoro. In partiolare è la formazione la principale preoccupazione del settore, unico mezzo per riqualificare la forza lavoro o per introdurla ai settori con competenze adeguate a una realtà industriale che sta rapidamente cambiando, nella direzione di un’automazione sempre più spinta e di una sempre maggiore integrazione con l’internet delle cose.

Oggi, l’81% degli studenti che seguono un’attività di formazione professionale legata ai settori plastica e gomma trova lavoro nelle imprese italiane. «La formazione è cruciale sia per le imprese sia per i lavoratori, che hanno sempre più la necessità di essere aggiornati per non vedere disperse le loro competenze».

Alla presentazione di Bettini è seguita poi una tavola rotonda cui hanno presenziato esponenti della scuola secondaria superiore, dell’accademia, dell’industria e del mondo del lavoro, per raccontare in che modo oggi scuola e università si interfacciano con le imprese per formare maestranze già pronte a lavorare nei settori della gomma e della plastica. Un connubio, quello tra mondo dell’educazione e dell’impresa, che negli ultimi anni ha iniziato a funzionare meglio rispetto a un passato in cui i due mondi praticamente non comunicavano.

In conclusione dell’assemblea è intervenuto il neopresidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha spiegato come quello della formazione sia soltanto uno degli aspetti da curare per aumentare produttività e competitività delle nostre imprese del settore, che pur partendo con una zavorra molto maggiore rispetto ai competitor tedeschi, in fatto di tasse, costo del lavoro e dell’energia, burocrazia, riescono a contribuire a fare dell’Italia il secondo paese manifatturiero d’Europa. Al netto di tutti questi ostacoli, secondo Boccia, «potremmo probabilmente essere il primo paese industriale del mondo». Crederci e lavorare per questo obiettivo, passando anche attraverso la modernizzazione delle aziende, che da patriarcali diventano istituzioni, è un obiettivo che tutti gli imprenditori italiani hanno il diritto di porsi.

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