Directa Plus, l’azienda che produce su scala industriale il Grafene Plus, un grafene ad alto grado di purezza, nel suo impianto di Lomazzo, Como – il primo in Italia e il più grande in Europa, inaugurato nel mese di giugno del 2014 – , è anche la prima azienda al mondo produttrice di questo nanomateriale ad aver commissionato a un laboratorio indipendente test specifici per valutarne l’impatto sulla salute degli addetti alla produzione e degli utilizzatori finali sia del prodotto tal quale che dei manufatti che lo contengono.
Per le sue uniche, eccezionali caratteristiche chimico-fisiche, il grafene migliora in maniera eccezionale le prestazioni dei polimeri e dei materiali ai quali viene aggiunto. E ne bastano quantità assolutamente ridotte rispetto a quelle degli additivi normalmente utilizzati negli stessi settori per ottenere gli stessi articoli. L’industria della gomma è un importante campo di impiego del grafene. Ne abbiamo parlato a più riprese su L’Industria della Gomma (v. “Il grafene fa il suo ingresso nel mondo della gomma”, 2013, n. 605, pag. 25; “Inaugurato il primo impianto per la produzione di grafene in Italia”, 2014, n. 621, pag. 58; “Il grafene accelera e rallenta la bicicletta”, 2015, n. 634, pag. 50).
Analisi tossicologiche
I prodotti testati sono il Pure G+ e il Basic G+/Grafysorber, e l’azienda che ha effettuato i test tossicologici per verificarne la non tossicità e la non citotossicità è la Farcoderm, una società del pavese specializzata nella valutazione della sicurezza e della tollerabilità di prodotti e sostanze.
Le analisi tossicologiche sui prodotti hanno riguardato la valutazione del potenziale di citotossicità (capacità di danneggiare una cellula), del potenziale pro-sensibilizzante (capacità di attivare il sistema immunizzante), del potenziale di tossicità per la riproduzione (capacità di inibire la corretta maturazione degli ovociti), del potenziale di genotossicità (capacità di causare mutazioni del DNA), dell’irritazione e della corrosività cutanea, dell’irritazione oculare. Tutti i test ai quali sono stati sottoposti i due prodotti hanno dato esito negativo, confermando che i prodotti G+ non comportano rischi per la salute.
Progetto MULAN
Questi test sono stati commissionati alla Farcoderm a novembre del 2015, ma già prima di allora l’azienda di Lomazzo aveva collaborato al progetto MULAN (MULtilevel Approach to the study of Nanomaterials health and safety), promosso da quattro università italiane – Università di Milano, di Pavia, di Milano-Bicocca e Insubria – e dalla Fondazione Don Gnocchi Onlus, con l’obiettivo di valutare l’impatto delle nanoparticelle sulla salute dei lavoratori, sull’ambiente e sulla sicurezza dei consumatori finali.
Il programma è durato dall’ottobre 2013 al febbraio 2016 e ha previsto anche test su campioni biologici del personale di Directa Plus. Anche i risultati di questi studi hanno portato alla conclusione che i prodotti G+ sono non citotossici, nemmeno a concentrazioni molto elevate e con tempi di contatto molto lunghi. Analisi ambientali presso l’impianto di produzione, inoltre, hanno rilevato concentrazioni di nanoparticolato abbondantemente inferiori ai valori soglia consigliati. Ciò dimostra che anche dal punto di vista delle emissioni nell’ambiente il processo produttivo e l’impianto dell’azienda di Lomazzo sono rigorosamente controllati e mantenuti altamente efficienti.