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Un bellissimo reportage fotografico, nello stile inconfondibile del mensile più letto del mondo, racconta su National Geographic il benessere, ma anche i problemi ambientali, che il boom del mercato della gomma ha portato in molti paesi del Sud Est Asiatico. Firmato da Charles C. Mann, con le fotografie di Richard Barnes, il fotoreportage, intitolato appunto “Il boom della gomma”, può essere letto e apprezzato sul sito italiano del celeberrimo periodico, a questo link.

Una lettura piacevole, che vi raccomandiamo, perché con 14 splendide immagini ripercorre tutta l’epopea della gomma, dalla nascita di quest’industria in Brasile al suo “trasferimento” nei paesi di quella che un tempo veniva definita Indocina: Tailandia, Malesia, Indonesia e, più di recente, Vietnam, Cambogia e Laos.

Nella tradizione del National Geographic non si tratta di una rassegna puramente estetica, ma di un reportage che tocca anche importanti temi, sociali e ambientali. Come la vulnerabilità degli alberi di Hevea brasiliensis oggi coltivati in Sud Est Asiatico, indifesi di fronte alla minaccia della spora di Microcyclus ulei, che provoca una micosi fatale per le piante. E, per quanto siano stati selezionati ceppi di Hevea resistenti a questa minaccia, non è stato avviato nessun programma di rinnovo delle colture.

Un impero ricco, quindi, quello della gomma in Asia, che ha portato anche una nuova condizione di benessere nelle popolazioni locali, ma che si poggia su basi fragili. Tanto che già negli anni Ottanta gli scienziati del settore ammonivano che sarebbe bastata una sola spora del fungo per porre fine all’epoca dell’automobile. Un allarme forse eccessivo per una minaccia che, tuttavia, non va presa assolutamente sotto gamba.

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