Il Distretto della Gomma del Sebino è quello che fa registrare le migliori performance e la maggiore crescita reddituale in Italia. A evidenziarlo è il settimo Rapporto annuale sull’economia e finanza dei distretti industriali 2014, realizzato da Intesa San Paolo in seguito a un’analisi estensiva su 46.500 aziende del nostro paese.
Secondo il rapporto, i distretti industriali italiani sono stati i protagonisti della ripresa nel biennio 2013-2014, con un fatturato che è tornato a crescere dell’1% su base annua e con prestazioni migliori rispetto alla media del manifatturiero, che invece ha fatto riscontrare un leggero calo. I distretti hanno mostrato anche una maggiore capacità di export, effettuare investimenti all’estero, registrare brevetti e marchi, tutti indicatori del loro stato di salute, unitamente all’attività innovativa e di branding, che si è intensificata negli ultimi anni. Secondo il principale istituto di credito italiano, nel biennio 2015-2016 è prevista un’ulteriore crescita del 3,2% annuo per i distretti, che si proporranno quindi come protagonisti trainanti della ripresa economica del nostro paese. Secondo le stime, alla fine di quest’anno il fatturato per i distretti tornerà ai livelli precrisi del 2008.
A spingere la ripresa sono soprattutto il distretto della Gomma del Sebino Bergamasco, i Vini del Chianti, il distretto del Caffè, delle confetterie e del cioccolato torinese e l’occhiaieria di Belluno
In tutto questo, segnalano gli autori dello studio, «Alcune realtà distrettuali hanno raggiunto risultati particolarmente brillanti. Ordinando le aree per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei 15 distretti migliori. Tutte le filiere produttive sono rappresentate, con una prevalenza di distretti del sistema moda (6 distretti) e dell’agroalimentare (5). Al primo posto si colloca la gomma del Sebino Bergamasco. Tra il secondo e il quarto posto i vini del Chianti, il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese, l’occhialeria di Belluno. Seguono le calzature di San Mauro Pascoli, la concia di Arzignano, la pelletteria e le calzature di Arezzo, le calzature napoletane».